Mi si sono rotte le acque…e adesso???

La rottura delle membrane, o delle acque, come si dice solitamente nel linguaggio comune, suscita quasi sempre nella mamma che sta aspettando il suo bimbo un sentimento di paura e di disorientamento. Questo perché è un segnale chiaro che preannuncia l’arrivo di quel momento tanto atteso, quello che si sogna da settimane e su cui non facciamo altro che fantasticare con un felicità e un pizzico di timore: il parto.

Sapere in cosa consiste la rottura delle membrane, come riconoscerla e come dovrete comportarvi a seguito di questo evento vi farà sentire pronte a gestire il momento con serenità e massima tranquillità.

Riconoscere la rottura delle acque

Per membrane si intende il sacco amniotico, che durante i nove mesi di gravidanza garantisce il benessere del feto fungendo da protezione, e che rompendosi causa la fuoriuscita di liquido amniotico.

Ciò che desta più ansia è l’insicurezza di riconoscere se quella che si ha di fronte sia realmente una perdita di liquido amniotico o meno. Questo liquido è fondamentale perché protegge il feto e gli garantisce una temperatura e un ambiente perfetti, è composto prevalentemente da acqua e da cellule provenienti dal feto stesso. É incolore e inodore ma, talvolta, a seconda della presenza più o meno marcata di vernice caseosa, può avere un aspetto torbido e lattiginoso. Una perdita di liquido amniotico può essere ben distinta da quelle di urina o dalle secrezioni vaginali più frequenti nell’ultimo periodo di gravidanza, perché è inodore e ed è più abbondante. Il rischio di scambiare il liquido amniotico per secrezioni o urine si presenta quando la perdita non risulta essere di grande portata, ciò è dovuto ad una rottura più alta delle membrane.

Di solito, infatti, la rottura avviene in basso, al livello del collo uterino, e si manifesta, quindi, con una perdita abbondante; ma a volte può avvenire in un punto più alto e il liquido fuoriesce con una portata decisamente meno abbondante e più graduale nel tempo.

Dobbiamo anche sapere che la rottura delle membrane non avviene necessariamente prima che inizi il travaglio ma può essere contemporanea ad una contrazione oppure può non verificarsi, ed è per questo motivo che si dice che il bambino è nato con il sacco integro.

Come comportarsi quando si rompono le acque

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Avete perso del liquido? Bene, innanzitutto è fondamentale mantenere la calma, tranquillizzarsi e capire se realmente si tratta della rottura delle acque. Accertato ciò, si controlla la quantità di liquido fuoriuscito ed il colore (il liquido amniotico è limpido, incolore; se è “tinto”, ovvero torbido, scuro e dall’aspetto melmoso significa che il meconio prodotto dall’intestino del vostro bimbo è in circolo ed è quindi opportuno recarsi subito in ospedale); se questi fattori vi sembrano non preoccupanti non dovete correre subito in ospedale con la paura che il vostro bambino stia nascendo o che potrebbe star male.

Potete fare tutto con calma, magari chiamare l’ostetrica di fiducia per un consiglio o un controllo ulteriore e poi recarvi in ospedale. Qui, sicuramente, verrà ulteriormente accertato se la perdita è di liquido amniotico, verrà inoltre controllato il benessere fetale e, se la gravidanza rientra nei termini della fisiologia, allora si potrà benissimo aspettare che si inneschino le contrazioni in modo spontaneo e che inizi il travaglio.

Ricordatevi che la rottura delle acque è un segnale che vi dice che il vostro bambino sta arrivando, ma il tempo che intercorre tra i due eventi è variabile, le contrazioni che danno il via al travaglio, infatti, possono innescarsi anche fino a 48 ore dalla rottura delle membrane. Quindi ciò che dovete fare è attendere questo momento in tutta tranquillità cercando di concentrarvi su di voi e sul vostro bambino che sta per nascere, godendo di ogni singolo istante.

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