A scuola di alimentazione

Scuola è da sempre una parola che immediatamente si associa a studio, materie, insegnanti, e verifiche. Scuola è il luogo dove obbligatoriamente si va dai 6 anni sino ai 16, è il posto in cui si impara a leggere e scrivere. E se non fosse solo questo? Non è forse vero che a Scuola si impara a stare e lavorare in gruppo? A programmare il lavoro quotidiano o settimanale grazie ai compiti a casa? Ad essere educati e rispettosi nei confronti degli altri e delle insegnanti? A rispettare gli orari, e a gestire le dispute e le discussioni? E se a scuola si imparasse anche a mangiar sano?

Negli ultimi anni l’attenzione all’alimentazione scolastica ha assunto un valore enorme tra i genitori. In molti vogliono sapere cosa mangiano i propri figli a scuola (per evitare di riproporre lo stesso pasto a casa). I genitori sono sempre più attenti nei riguardi dei pasti a scuola, leggono le filiere, seguono il processo nutrizionale con lo scopo di fornire i giusti nutritivi necessari allo sviluppo ed alla crescita del proprio figlio. L’interesse che ruota intorno alla qualità del cibo proposto è in costante crescita. La scuola, per il proprio conto, insegna ai ragazzi non solo a mangiare, ma a nutrirsi, cercando di fornire costantemente un apporto nutrizionalmente equilibrato e completo, coerente con l’età e i bisogni degli allievi.

L’educazione alimentare è un processo che coinvolge più soggetti: le famiglie, la scuola e la ristorazione scolastica che, con nutrizionisti ed esperti studiano giorno per giorno piani nutrizionali completi: dai carboidrati, alle proteine, con frutta e verdura di stagione sempre a tavola. Molte scuole, sfruttando l’appetito con cui i ragazzi arrivano all’ora di pranzo, hanno scelto di invertire l’ordine delle pietanze, fornendo subito un antipasto di verdure crude di stagione, poi un piatto proteico composto a legumi o carni e per finire i carboidrati. Nutrire non significa saziare. Nutrire significa fornire un apporto nutrizionale completo, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione. Anche i distributori di snack piano piano stanno cambiando la loro fornitura. Se non più tardi di qualche anno fa venivano esposte merendine, bibite gassate e dolcetti, ora non è più così difficile trovare frutta secca, yogurt e frutta per coinvolgere i ragazzi ad una scelta consapevole e matura. Certamente l’educazione alimentare risulta più facile nei ragazzi più grandi e consapevoli ma pensando ai più piccoli la sfida non è semplice. I tanto odiati broccoli o il puzzolente pesce non godono di una buona reputazione, ma le idee sono tante e, soprattutto, ciò che viene proposto, ad esempio nelle mense, è il frutto di studi di professionali nutrizionisti, che di certo non si fanno scoraggiare. Le abitudini di certo non si cambiano in un giorno, con un pasto sano e mille altri sbagliati, l’educazione alimentare nasce dalla consapevolezza di ognuno di noi che “siamo quello che mangiamo”. Perciò è importante che il lavoro sia fatto all’unisono, a casa come a scuola è necessario che ci sia impegno, fiducia e coscienza e preferire alimenti sani e di stagione, perché se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, viviamo nel momento del cambiamento ed occorre accogliere a braccia aperte l’impegno della scuola e la consapevolezza del pasto a casa per un pasto equilibrato al 100% allo scopo di fornire al nostro organismo ciò di cui ha realmente bisogno, ossia nutrirlo, con intelligenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *